Temperatura in rialzo e cielo limpido ci invogliano a raggiungere pedalando l'abitato di Rubbio. Lungo il tragitto, attirati dalle soleggiate praterie che si estendono lungo lo spartiacque meridionale dell'Altopiano in prossimità della dorsale montuosa dove emergono i rilievi dei monti Zillo e Frolla, decidiamo di deviare ed andarle visitare. Questi ameni pascoli sono di una bellezza unica, un balcone naturale da dove lo sguardo è libero di spaziare dalle colline pedemontane e la prospiciente pianura venetaverso meridione, ai monti Lessini, Carega e Pasubio ad occidente. A settentrione lo sguardo è rapito dalle immense distese delle faggete ed abetaie dove all'improvviso sbuca la caratteristica dorsale dell'alpestre cima Portule, mentre verso oriente emerge l'imponente massiccio del monte Grappa. L'affascinante percorso che si snoda sulla cresta della dorsale regala scorci ed ambienti singolari, le chiazze di neve presenti che riverberano alla luce del sole fanno sembrare queste praterie di montagna
come un grande mantello leopardato che delicatamente segue le sinuose forme dell'ambiente circostante che contrastano con l'accecante luccichio degli stagni ghiacciati. Interessanti sono pure le architetture in pietra delle piccole malghe che si incontrano lungo il tragitto, silenziose testimoni di una arcaica civiltà rurale di sussistenza ormai scomparsa. Arrivati in zona " Le Porte" l'improvviso alsarzi in volo di una cicogna che cercava di fuggire da una coppia di poiane ci hanno fatto riflettere su
quanto fortunati siamo fin ch'è possiamo assaporare queste emozioni. Emozioni che la nostra terra dove siamo nati e dove viviamo riesce ancora a donarci.
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